domenica 29 aprile 2012

Toro Nero Via La Farina, 185 (Messina)


Matteo Nucci, autore del libro “Il toro non sbaglia mai”, sarebbe contento della scelta dei ristoratori messinesi, Filippo Gallina e Giovanni Vinci, dell’immagine che rappresenta questa buona “Steak House” nella centralissima Via La Farina: un toro, dall’aspetto orgoglioso e superbo, domina il marchio ed il menu’ del ristorante. Il locale viene incontro all’esigenza di chi vuol mangiar della carne di ottima qualità in pieno centro cittadino: non e’ necessario “fuggire” nei numerosi agriturismi presenti sui Nebrodi!



Accoglienza ed atmosfera. Il locale è molto grande, diviso in diversi ambienti (compresa una sala-fumatori dominata da grandi cappe aspiranti per assicurare il riciclo dell'aria satura del fumo di sigaretta). Grande cucina a vista accompagnata da un banco dove viene esposta una grande varietà di carni consigliate dallo chef! L’atmosfera e’ tipica di una moderna “Steak House Argentina”: allegria, sorrisi, ma troppo chiasso. L’accoglienza è senz’altro cordiale.



Pane e Vino. Il menù è davvero ricco, ottima la scelta delle carni, dall’angus argentino alla nostra chianina e sono molte le varianti di preparazione. Apriamo con una tartare di filetto di chianina, in bella vista, su letto di lime e aceto balsamico, dal gusto fresco e delicato. Si continua su questa falsa riga con filetto di Chianina ai ferri ed ai funghi, “Cube-roll” di angus argentino e degustazione di involtini (carne, pollo, maiale). Buona la carta dei vini incentrata su alcune delle più note cantine siciliane. Vari i dessert. Se ci possiamo permettere un consiglio spassionato: curare di più la qualità del pane.



Servizio. Il servizio è stato molto efficiente. Gli addetti estremamente gentili, così come il patron, che ha curato personalmente l’iniziale comanda.


Prezzi. Nella media dei locali messinesi: € 40,00.

Voto: 7.

sabato 28 aprile 2012

A Nuciara, Via Portelle a Grotte Furci Siculo (Messina)

Finalmente il sole: questo 25 aprile 2012 regala una splendida giornata di Primavera. Le monadi, sempre operative, organizzano una gita fuori porta: destinazione Furci Siculo, un piccolo paese sulla costa jonica messinese il cui territorio è dominato dalle magnifiche vette dei Peloritani. Ed è proprio in questa splendida cornice, tra mare e montagna, immerso nel verde, che si trova l’agriturismo “A Nuciara”, facilmente raggiungibile considerate le  numerose indicazioni sulla strada (autostrada A18, uscita Roccalumera provenendo da Messina e proseguendo per una tortuosa strada sterrata).
Accoglienza ed atmosfera. La struttura, in pietre e mattoni, è circondata da un giardino molto curato, dove spiccano questi bellissimi alberi di agrumi. Il profumo, che ci stordisce, richiama le pagine del romanzo di Clara Sanchez, “Il profumo delle foglie di limone”: si respira un’aria pervasa dall’odore dei loro fiori, che arriva fino al mare. Il titolare del locale è sulla porta, indossa una coppola siciliana e ci invita a entrare nel salone principale…rimaniamo subito colpiti dal caos e dall’ambiente rumoroso che contrasta con la tranquillità della natura all’esterno. Accompagnati al tavolo, ci accorgiamo che la posizione a noi riservata non e’ il massimo: si trova in una zona piuttosto buia della sala. Tra l’altro la conversazione tra i commensali è difficoltosa a causa del gran frastuono.
Pane e vino. Il menù è presentato su un “volantino giallo”.

 I piatti non sono originali e sono piuttosto modesti, manca la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. L’apertura è costituita da un antipasto c.d.  all’italiana: una fetta di salame, un tocchetto di frittata, melanzane poco condite, e funghetti sott’olio.
Per fortuna il pane di casa è molto gustoso!
I due primi serviti, riso con asparagi e provola e maccheroncini alla siciliana (ma era una semplice pasta al pomodoro), risultavano passati di cottura. Per il secondo, abbiamo scomodato la storia romana… vitello alla Nerone: anche in questo caso la presentazione lasciava a desiderare, così come la preparazione. Dopo lunga attesa, il pranzo è chiuso da una macedonia di frutta con gelato alla vaniglia dal gusto troppo dolce: neanche in questo caso la presentazione poteva dirsi particolarmente originale.

Servizio. Il servizio è stato troppo lento. Alla richiesta della lista dei vini, i camerieri hanno risposto che nelle giornate festive è servito solo il vino della casa (che è risultato troppo pesante sia alla degustazione che alla digestione). Anche se si tratta di un agriturismo, senza grandi pretese, e di una giornata particolarmente caotica, è mancata la cura del cliente e la ricerca di quella genuina rudezza, che caratterizza l’agriturismo campestre.

Prezzi. Un pasto composto da antipasto, due primi, un secondo, dessert, acqua, vino della casa e caffè ha un costo di 30-35 € circa: il rapporto qualità/prezzo non è parso ben bilanciato.

Voto. 4